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Soft Skills per il futuro: Investire nel capitale umano attraverso la formazione

Il tema che si intende affrontare riguarda una nuova forma di Welfare, attento non tanto ai benefici fiscali che tale strumento generà (Oggi l’imprenditore è particolarmente sollecitato da questo aspetto, perdendosi tanto altro) ma a creare un percorso formativo che accresca le competenze relativamente alle Soft Skills (O abilità personali, o competenze trasversali), posto che oggi contano più delle hard skill, legate prevalentemente ai titoli di studio!

I punti salienti potrebbero essere i seguenti:

  • fotografia individuale rispetto alle risorse che compongono la popolazione aziendale;
  • definizione dei divari (Gap!) rispetto agli obiettivi che si intendono raggiungere;
  • definizione del Progetto Formativo personalizzato attraverso il quale colmare i divari;
  • contestualmente al punto precedente, costruzione di un sistema premiale che gratifichi le risorse che hanno colmato i divari!

In quest’ottica ci sono alcuni aspetti che meritano una grande attenzione: l’attività indicata al punto a) necessità, ad esempio, di strumenti oggettivi “di misurazione” che tengano conto delle diverse attitudini relativamente alle risorse che popolano l’azienda; inoltre, sviluppate le attività indicate ai punti b) e c) nasce l’esigenza di un altro strumento oggettivo, in virtù del quale poter certificare il fatto che le competenze mancanti siano state acquisite proprio grazie ad un progetto formativo costruito ad hoc!
Oggi, diversamente, l’approccio è il seguente: si parte dall’analisi del fabbisogno formativo si arriva alla progettazione di Piani formativi aziendali, al fine di ottenere delle risorse messe a disposizione, ad esempio, dai Fondi Interprofessionali, della serie “creiamo un meccanismo che ci permetta di finanziare il progetto”, oppure, nel caso del Welfare, il fine è la defiscalizzazione: ma le competenze, la crescita personale, le soft skills dove sono andate a finire? La nostra visione è completamente diversa: la progettazione di Piani formativi ha un carattere strategico per le aziende. Non basta, infatti, la volontà di erogare formazione ai propri dipendenti: occorre capire quale tipo di formazione può influire positivamente, tanto sulla crescita dei lavoratori, quanto sulla competitività dell’intera azienda.
La formazione ricopre infatti una valenza decisiva solo quando coglie le esigenze dell’impresa, le richieste del mercato di riferimento, il fabbisogno dei lavoratori che ad oggi si è fortemente spostato proprio sulle Soft Skills!
Il percorso ideale per progettare un Piano formativo aziendale deve pertanto prevedere le seguenti fasi:

  1. analisi del fabbisogno formativo dell’impresa ricorrendo a strumenti oggettivi;
  2. definizione dei divari per ogni soft skill;
  3. predisposizione del Piano formativo e del Piano carriera (Cresco nelle competenze e cresco a livello di carriera e retribuzione: come ti ho accennato ho già contratti di lavoro che sostituiscono lo scatto di anzianità con lo scatto di merito);
  4. definizione di MBO legati alla acquisizione delle competenze (Collegamento al Welfare);
  5. individuazione della linea di finanziamento più opportuna;
  6. certificazione delle competenze acquisite.

Crediamo che in tutto ciò e nella volontà di poter creare un Modello di Relazioni Industriali veramente innovativo.

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